L’anatocismo bancario e il calcolo degli interessi

23 Ott

L’anatocismo bancario e il calcolo degli interessi

 

 

Se è capitato anche a te, almeno una volta, di dubitare di alcune manovre della tua banca, forse non avevi tutti i torti.

Hai mai ricevuto una telefonata di avvertimento dalla banca con cui lavora la  tua azienda, per pochi giorni di sconfino dovuti ad un ritardo nell’incasso di una fattura?

Oppure ti è arrivata una richiesta di rientro parziale del fido di cassa, proprio quando avevi bisogno di maggior credito per superare una difficoltà momentanea?

Oppure che la banca chiedesse altre fideiussioni a garanzia del tuo fido, anche se i tuoi conti sono in ordine, soltanto perché c’è stata una riduzione del flusso di cassa?

Anche se non ti sei mai trovato in nessuna di queste situazioni, forse la tua azienda sta già subendo dei torti da parte della banca, senza che tu lo sappia.

Attenzione, infatti: le banche possono danneggiarti nonostante tu abbia riposto estrema  fiducia nei loro confronti.

In che modo?

Una delle pratiche illecite che le banche e le società finanziarie adottano più spesso è definita anatocismo bancario.

 

Che cos’è l’anatocismo bancario

L’anatocismo bancario è una pratica che consiste nell’applicazione di un tasso d’interesse calcolato non solo sul capitale, ma anche sugli interessi maturati.

Questa pratica di capitalizzazione degli interessi  è presente in oltre il 90% dei conti correnti affidati. Eppure è illecita ed è vietata dalla legge.

Quando avviene la capitalizzazione degli interessi, ovvero l’anatocismo, significa che la banca ti sta facendo pagare o ti ha fatto pagare gli interessi su una somma maggiore rispetto a quella che ti ha prestato inizialmente, facendo crescere annualmente gli interessi sul tuo conto corrente!

L’anatocismo è un illecito civile: se ne sei  vittima, hai il diritto di chiedere alla tua banca la restituzione di una somma pari agli interessi pagati in eccesso.

Spesso gli imprenditori non procedono alla richiesta di risarcimento per paura di avere ritorsioni o penalizzazioni da parte delle banche. Questo non è l’approccio giusto da adottare nel caso in cui si è vittima di anatocismo bancario.

Facciamo un esempio pratico per chiarire cos’è concretamente l’anatocismo bancario.

Poniamo che un  imprenditore si rivolga alla banca chiedendo un fido di 100.000 euro.

Su questo affidamento supponiamo che la banca applichi un tasso di interesse passivo pari al 10% del capitale.

Questo significa che a fine anno l’imprenditore dovrà pagare 10.000 euro di interessi, cioè il 10% di 100.000 euro.

Cosa succede in questa fase?

La banca non manda nessuna richiesta all’imprenditore per il pagamento degli interessi dovuti, bensì chiude “fittiziamente” il conto corrente alla scadenza del periodo, lo riapre nella stessa data e addebita sia il capitale (100.000 euro) sia gli interessi dovuti in precedenza, per un totale di 110.000 euro.

L’anno successivo, quindi, l’importo dell’affidamento risulterà di 110.000 euro invece che 100.000. Di conseguenza, applicando sempre un tasso del 10%, gli interessi dovuti saranno di 11.000 euro invece che 10.000.

Ci sono 1.000 euro di interessi in più rispetto a quelli teorici: la differenza è l’effetto dell’anatocismo.

Quella somma è stata addebitata illegalmente e la banca deve restituire quei soldi, perché non erano dovuti.

Con che scadenza la banca addebita gli interessi?

Ogni trimestre, solitamente.

A questo punto, immagina questo fenomeno ripetuto ogni trimestre di  ogni anno, a partire da quando hai aperto il conto corrente e per tutti i conti su cui la tua azienda ha richiesto un fido di cassa.

Con questo “giochetto” illecito, le banche ottengono un saldo di volta in volta crescente sugli interessi dovuti dal cliente.

Questa pratica illegittima di calcolo degli interessi sugli interessi maturati non è altro che l’anatocismo bancario.

 

Anatocismo: un illecito civile vietato dalla giurisprudenza italiana

La giurisprudenza italiana, dopo diversi adeguamenti normativi, ha vietato espressamente e ritenuto incostituzionale l’anatocismo bancario all’art. 1283 del Codice Civile.

La norma, che si applica all’anatocismo in generale e non solo a quello bancario, afferma che gli interessi vanno calcolati solo sul capitale dovuto e non anche sugli interessi precedentemente maturati.

In tema di anatocismo bancario, inoltre, molto più recentemente l’art. 120 del TUB (Testo Unico Bancario) è stato modificato a opera della l. 27 dicembre 2013, n. 147, che ha vietato l’anatocismo bancario prevedendo che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale”.

L’anno 2016 ha messo un punto definitivo alla lotta contro l’anatocismo bancario: infatti, il decreto ministeriale n. 343/2016 ha stabilito che gli interessi maturati nelle operazioni di raccolta del risparmio e di esercizio del credito non possono produrre interessi ulteriori, ad eccezione di quelli moratori.

Il decreto ha poi precisato che:

–          Gli interessi debitori devono avere la stessa periodicità (almeno annuale) di quelli creditori;

–          Gli interessi vanno conteggiati entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento;

–          Gli interessi relativi alle aperture di conti correnti sono esigibili dalla banche solo a partire dal 1 marzo dell’anno successivo a quello in cui maturano.

 

A chi rivolgersi per scoprire se sei vittima di anatocismo bancario

Il tema dell’anatocismo bancario è una questione molto attuale, che sta generando contenziosi, cause e sentenze sempre più numerosi.

Il numero crescente di sentenze dimostra che essere vittima di anatocismo bancario è un fenomeno molto più comune di quanto si pensi.

Abbiamo fatto cenno prima alla reticenza e alla paura che molti soggetti hanno nel richiedere un risarcimento danni alle proprie banche e/o agli istituti di credito.

Questo approccio non è ammissibile, soprattutto se si pensa che le banche compiono un illecito civile ad insaputa dei propri clienti.

Perché dovresti dare alla banca dei soldi che non le sono dovuti, quando li potresti utilizzare per reinvestirli nella tua attività oppure per superare i momenti di crisi economica, senza essere obbligato a tagliare i costi e a compromettere il futuro della tua azienda?

È importante, se hai un’azienda che ricorre agli affidamenti bancari, che tu conosca la situazione del tuo conto corrente bancario.

Sapevi infatti che più del 92% dei rapporti bancari risultano illegittimi a causa dell’anatocismo?

Le banche abusano dell’anatocismo proprio sui conti correnti aziendali, sui quali possono facilmente accumulare tassi d’interesse esorbitanti.

La procedura per scoprire se sei vittima di anatocismo bancario è semplice ed efficace, se ti rivolgi a dei professionisti del settore.

Lo staff di Antares, composto da consulenti e avvocati esperti in materia di anatocismo bancario, è in grado di riscontrare la presenza di anomalie o illeciti all’interno del tuo conto corrente.

Tutto questo attraverso un’analisi gratuita dei tuoi rapporti bancari.

L’analisi è non solo gratuita ma anche:

–          Rapida: facciamo tutto noi, evitando di farti perdere tempo con procedure complesse;

–          Precisa: ti facciamo delle domande specifiche per capire la tua situazione e ti richiediamo la documentazione necessaria per l’analisi approfondita del tuo caso;

–          Sicura: analizziamo i tuoi dati nel pieno rispetto della normativa sulla privacy.

Se, dopo l’analisi, riscontriamo la presenza di illeciti o di anomalie all’interno del tuo conto corrente legati all’anatocismo bancario, ti ricontattiamo per proporti una strategia d’intervento personalizzata per richiedere un risarcimento danni alla tua banca e ottenere il recupero degli interessi non dovuti.

Compila ora il modulo per ottenere l’analisi gratuita dei tuoi rapporti bancari. Un nostro consulente ti ricontatterà per richiederti ulteriori informazioni e per aggiornarti sulla tua situazione bancaria.